sabato 12 novembre 2011

IL VANGELO EBRAICO DI MATTEO
1 Introduzione
Vi sono molte testimonianze antiche che Matteo abbia scritto un primo Vangelo in lingua Ebraica
Queste sono, come vedremo più in dettaglio,dovute a;Papia, Ireneo di Lione, Clemente Alessandrino Tertulliano, Origene Panteno, Eusebio di Cesarea, Epifanio di Salamina, Sofronio Eusebio Girolamo.Gli esegeti moderni,nella loro maggioranza, sono restii ad ammettere l’esistenza di questo primo Vangelo perché,la sua esistenza, sconvolgerebbe molte teorie che attualmente vanno di moda e cioè che la data di composizione di Matteo sia molto tarda, praticamente la fine del I secolo, e che la sua composizione sia dovuta ad un Ebreo Cristiano che si sarebbe basato su Marco,Luca ed altre fonti. Questi esegeti liquidano in generale,molto semplicemente, le antiche testimonianze dei primi secoli dicendo che questi autori si riferivano a documenti distinti dal Vangelo di Matteo.Evidentemente l’esistenza di un Vangelo di Matteo scritto entro un decennio dopo la morte di Gesù, farebbe di questo documento il primo scritto Cristiano, anteriore alle prime lettere di Paolo,e manderebbe all’aria la teoria Marciana e le sue conseguenze .Questi esegeti ignorano o trascurano che Panteno abbia trovato in India un Vangelo di Matteo scritto in Ebraico ,portatovi a quanto pare da Bartolomeo, e ne abbia riportato una copia ad Alessandria.Trascurano anche che quello che dice Gerolamo nel capitolo III di De Viris Illustribus, difficilmente può essere interpretato come inerente ad un documento diverso dal Vangelo di Matteo, di cui una copia lui afferma fosse a quel tempo anche nella Biblioteca di Cesarea,formata appunto, da Parteno. Ignorano anche che questo dimostrerebbe che, ai tempi di Gesù. la lingua Ebraica era tutt’altro che dimenticata da gran parte della popolazione giudaica in Palestina. D’altra parte il Matteo in Ebraico del medico Giudeo Spagnolo Shem Tov ben Isaac,del XIV secolo, riportato nella sua opera polemica Eben Bohen ( Pietra di Paragone),sembra proprio che non sia una traduzione, in Ebraico, di un testo di Matteo in Greco di quel tempo, ma ripreso da un manoscritto molto più antico tramandato da scribi Ebrei che avrebbero preservato il Matteo Ebraico sino a Shem Tov seguendo la tradizione degli scribi che richiedeva che facessero certi cambiamenti quando copiavano gli antichi testi Ebraici. Riguardo ai diversi vangeli "in ebraico" citati dalla Patristica, vi è da ritenere che il Vangelo ebraico di Matteo costituisse la base del Vangelo secondo gli Ebrei, di quello usato dai Nazarei e di quello degli Ebioniti. Anch'essi erano scritti in ebraico, però sembra che non fosserp identici al Vangelo di Matteo originario e contenessero qualche aggiunta o modifica per un interesse teologico dei loro redattori. Che alcuni, e in particolare gli Ebioniti, avessero operato modifiche del testo originale è confermato da passi del Vangelo secondo gli Ebrei riportati da Origene e da Girolamo: Tutto ciò potrebbe fare pensare che il motivo principale della mancata trasmissione, del Vangelo Ebraico di Matteo sia proprio il fatto che esso era stato modificato da qualche gruppo eretico, e in particolare dagli Ebioniti per sostenere la loro eresia, e che circolassero quindi diverse versioni modificate. Così, come l'aggiunta di alcuni detti contenenti un'elaborazione teologica, quella gnostica, ha contribuito a farci perdere l'originario Vangelo di Tommaso, così l'aggiunta di alcuni versetti, o di parti di versetti, contenenti un'elaborazione teologica, quella Ebionita, avrebbe contribuito sensibilmente a farci perdere l'originario Vangelo Ebraico di Matteo. Questo è stato, forse, uno dei motivi della traduzione e della redazione del testo greco che poi è entrato nel canone .Sembra quindi utile ed interessante esaminare le fonti che ci provano, a mio parere in modo molto forte, l’esistenza,un tempo, di questo Vangelo.


2 Le Antiche Testimonianze
Non si può sapere se queste referenze Patristiche al Vangelo di Matteo in Ebraico intendano nominare il Vangelo trasmessoci da Shem Tov come del resto non possiamo sapere se invece sia così, in quanto non possediamo per. un paragone, niente del primo.
Papia (circa 70 CE dopo il 130)
Eusebio da Storia Ecclesiastica III.39.16, citando Papia di Gerapoli , Esegesi degli Oracoli del Signore:
Ταυτα μεν ουν ιστορηται τω Παπια περι του Μαρκου· περι δε του Ματθαιου ταυτ ειρηται· Ματθαιος μεν ουν Εβραιδι διαλεκτω τα λογια συνεταξατο, ηρμηνευσεν
δ αυτα ως ην δυνατος εκαστος.
Queste cose,dunque,sono state riportate da Papia su Marco.Ma su Matteo egli dice questo::Matteo allora ordinò i detti del Signore in lingua Ebraica e ciascuno li ha interpretati come era capace .
Ireneo.
Smirne 130 ,Lione 202 CE .
Da Adversus Haeresies 3.1.1, Il Greco è dalla citazione di Eusebio in Storia Ecclesiastica 5.8.2:
Ο μεν δη Ματθαιος εν τοις Εβραιοις τη ιδια αυτων διαλεκτω και γραφην εξηνεγκεν ευαγγελιου του Πετρου και του Παυλου εν Ρωμη ευαγγελιζομενων και θεμελιουντων την εκκλησιαν.
Ita Mattheus in Hebraeis ipsorum lingua scripturam edidit evangelii cum Petrus et Paulus Romae evangelizarent et fundarent ecclesiam.
Così Matteo ,fra gli Ebrei, pubblicò una scrittura del Vangelo nella loro lingua ,quando Pietro e Paolo predicavano il Vangelo e fondavano la Chiesa in Roma.

Origene.
Alessandria 185 Tiro 254 .
Commentario su Matteo come citato da Eusebio in Storia Ecclesiastica 6.25.4:
Ως εν παραδοσει μαθων περι των τεσσαρων ευαγγελιων, α και μονα αναντιρρητα εστιν εν τη υπο τον ουρανον εκκλησια του θεου, οτι πρωτον μεν γεγραπται το κατα τον ποτε τελωνην, υστερον δε αποστολον Ιησου Χριστου Ματθαιον, εκδεδωκοτα αυτο τοις απο Ιουδαισμου πιστευσασιν, γραμμασιν Εβραικοις συντεταγμενον.
Come ho appreso dalla tradizione sui Quattro Vangeli che sono anche i soli indiscussi nella chiesa di Dio sotto il cielo ,per primo fu scritto quello secondo Matteo il quale fu un tempo pubblicano ,ma, più tard,i Apostolo di Gesù Cristo ,Matteo lo pubblicò per quelli provenienti dal Giudaismo che avevano creduto,dopo averlo composto in lingua Ebraica..
Eusebio di Cesarea.
Cesarea (265 340).
Da Storia Ecclesiastica III 24,6
Ματθαῖός τε γὰρ πρότερον Ἑβραίοις κηρύξας, ὡς ἤμελλεν καὶ ἐφ᾿ ἑτέρους ἰέναι, πατρίῳ γλώττῃ γραφῇ παραδοὺς τὸ κατ᾿ αὐτὸν εὐαγγέλιον, τὸ λεῖπον τῇ αὐτοῦ παρουσίᾳ τούτοις ἀφ᾿ ὧν ἐστέλλετο, διὰ τῆς γραφῆς ἀπεπλήρου· ἤδη δὲ Μάρκου καὶ Λουκᾶ τῶν κατ᾿ αὐτοὺς εὐαγγελίων τὴν ἔκδοσιν πεποιημένων,
Matteo,che in primo momento predicò il Vangelo agli Ebrei ,quando stava per andare anche presso altri popoli,compose nella lingua patria il proprio Vangelo,sostituendo con esso la sua presenza presso coloro che lasciava. Si dice che quando Marco e Luca avevano ormai redatto il loro Vangelo… …..
Storia Ecclesiastica V.10.3, scrivendo dei missionari Cristiani:
...ων εις γενομενος και ο Πανταινος, και εις Ινδους ελθειν λεγεται, ενθα λογος ευρειν αυτον προφθασαν την αυτου παρουσιαν το κατα Ματθαιον ευαγγελιον παρα τισιν αυτοθι τον Χριστον επεγνωκοσιν, οις Βαρθολομαιον των αποστολων ενα κηρυξαι αυτοις τε Εβραιων γραμμασι την του Ματθαιου καταλειψαι γραφην, ην και σωζεσθαι εις τον δηλουμενον χρονον.
...ed uno di loro fu Panteno ,e dicono che si recò fra gli Indiani dove,stando a quello che riferisce la tradizione ,dalla testimonianza di alcuni del luogo,che avevano imparato a conoscere Cristo,scoprì che il Vangelo secondo Matteo aveva preceduto la sua venuta fra essi .Infatti aveva predicato Bartolomeo uno degli Apostoli e aveva lasciato loro l’opera di Matteo scritta in Ebraico che essi avevano conservato sino al tempo di cui stiamo parlando

Epifanio (ca. 315-403), Vescovo di Salamina (Cipro) si riferisce ad un Vangelo usato dagli Ebioniti (Panarion 30. 13.1-30.22.4).Egli dice che fosse il Vangelo di Matteo chiamato dagli Ebioniti ,secondo gli Ebrei ,ma dice che era corrotto e mutilato . Egli dice,inoltre, che Matteo pubblicò il suo Vangelo in Ebraico .Egli cita dal Vangelo degli Ebioniti sette volte i ..
Da Epifanio, Panarion 29.9 :
Εχουσι [οι Ναζωραιοι] δε το κατα Ματθαιον ευαγγελιον πληρεστατον Εβραιστι. παρ αυτοις γαρ σαφως τουτο, καθως εξ αρχης εγραφη Εβραικοις γραμμασιν, ετι σωζεται. ουκ οικα δε ει και τας γενεαλογιας τας απο του Αβρααμ αχρι Χριστου περιειλον.
E [I Nazorei] hanno il Vangelo secondo Matteo, completo in Ebraico .Perché fra di loro questo è stato chiaramente conservato proprio come fu scritto sin dal principio in linguaggio Ebraico .Ma io non so se vi sia stata tolta la genealogia da Abramo a Cristo. .
Da Epifanio Panarion 30,3
Και δεχονται μεν και αυτοι το κατα Ματθαιον ευαγγελιον. τουτω γαρ και αυτοι, ως και οι κατα Κηρινθον και Μηρινθον, χρωνται μονω. καλουσι δε αυτο κατα Εβραιους, ως τα αληθη εστιν ειπειν οτι Ματθαιος μονος Εβραιστι και Εβραικοις γραμμασιν εν τη καινη διαθηκη εποιησατο την του ευαγγελιου εκθεσιν τε και κηρυγμα.
E loro stessi anche accettano il Vangelo secondo Matteo.Perché questo lo usano da solo,come quelli di Cerinto e Melinto .Ma loro lo chiamano : secondo gli Ebrei ,dato che è vero dire che il solo Matteo ,nel Nuovo Testamento fece la disposizione e la predicazione del Vangelo e la sua scrittura, in Ebraico





Gerolamo ( Stridone 347 Betlemme 420)
Da Commentario sul Salmo 135:
In Hebraico evangelio secundum Matthaeum ita habet: Panem nostrum crastinum da nobis hodie, hoc est, panem quem daturus es in regno tuo da nobis hodie.
Nel Vangelo in Ebraico secondo Matteo si ha così : dacci oggi il nostro pane per domani ,cioè il pane che ci darai nel Tuo regno dai a noi oggi.

Da De Viris Illustribus Cap 2
………….Evangelium quoque quod appellatur secundum Hebraeos, et a me nuper in Graecum Latinumque sermonem translatum est, quo et Origenes saepe utitur, post resurrectionem Salvatoris refert: Dominus autem cum dedisset sindonem servo Sacerdotis, ivit ad Jacobum, et apparuit ei. Juraverat enim Jacobus, se non comesturum panem ab illa hora qua biberat calicem Domini, donec videret eum resurgentem a dormientibus. Rursusque post paululum: Afferte, ait Dominus, mensam et panem. Statimque additur: Tulit panem et benedixit, ac fregit, et dedit Jacobo justo, et dixit ei: Frater mi, comede panem tuum, quia resurrexit Filius hominis a dormientibus. Triginta itaque annos Hierosolymorum [Al. Hierosolymis] rexit Ecclesiam, id est, usque ad septimum Neronis annum, et juxta templum ubi et praecipitatus fuerat, sepultus est. Titulum usque ad obsidionem Titi, et ultimam Hadriani, notissimum habuit. Quidam e nostris in monte Oliveti eum putaverunt conditum, sed falsa eorum opinio est.
……….Anche il Vangelo che è chiamato il Vangelo degli Ebrei e che io ho recentemente tradotto dal greco in latino e del quale spesso Origene fa uso , dopo il racconto della resurrezione del Salvatore dice , "ma il Signore dopo aver dato i suoi vestiti mortuari al servo del sacerdote, apparve a Giacomo (perché Giacomo aveva giurato che non avrebbe mangiato pane dall’ora nella quale egli bevve la coppa del Signore fino a che non lo avesse visto risorto da quelli che dormono )" e di nuovo poco dopo il Vangelo dice " ' Porta una tavola e del pane, disse il Signore, e poi aggiunge , "Egli prese il pane ,lo benedisse e lo diede a Giacomo il Giusto dicendogli : fratello mio mangia questo pane perché il figlio dell’uomo è risorto da quelli che dormono .'" E così egli governò la chiesa di Gerusalemme trenta anni, cioè sino al settimo anno di Nerone, e fu sepolto vicino al tempio dal quale era stato precipitato . La sua tomba con la sua iscrizione fu ben nota sino all’assedio di Tito ed alla fine del regno di Adriano . Alcuni dei nostri scrittori pensano che sia stato sepolto sul monte Oliveto, ma sbagliano .

Da De Viris Illustribus cap.3:
Matthaeus, qui et Levi, ex publicano apostolus (Matth. IX, 9; Marc. II, 14; Luc. V, 27), primus in Judaea propter eos qui ex circumcisione crediderant, Evangelium Christi Hebraicis litteris verbisque composuit: quod quis postea in Graecum transtulerit, non satis certum est. Porro ipsum Hebraicum habetur usque hodie in Caesariensi bibliotheca, quam Pamphilus martyr studiosissime confecit. Mihi quoque a Nazaraeis, qui in Beroea urbe Syriae hoc volumine utuntur, describendi facultas fuit. In quo animadvertendum, quod ubicumque Evangelista, sive ex persona sua, sive ex persona Domini Salvatoris, veteris Scripturae testimoniis abutitur, non sequatur Septuaginta translatorum auctoritatem, sed Hebraicam, e quibus illa duo sunt: Ex Aegypto vocavi filium meum; et: Quoniam Nazaraeus vocabitur.
Matteo, anche chiamato Levi, apostolo e una volta pubblicano, compose un Vangelo di Cristo pubblicato la prima volta, in Giudea, in ebraico, per l’utilità di quelli della circoncisione che erano credenti, ma questo vangelo fu poi tradotto in Greco ma il suo traduttore è incerto La versione ebraica è stata mantenuta sino ai nostri giorni nella biblioteca di Cesarea che Panfilo radunò così diligentemente Io ho avuto l’opportunità di avere il volume per descriverlo, dai Nazorei di Borea ,città della Siria , che lo usavano . In questo deve essere notato che tutte le volte che l’ Evangelista , sia nel proprio racconto o nella persona del nostro Salvatore, cita la testimonianza dell’Antico Testamento, egli non segue l’autorità della traduzione dei Settanta ma il testo Ebraico .Perciò queste due forme esistono "fuori dall’Egitto io ho chiamato il mio figlio, " e "perché egli sarà chiamato il Nazareno
Queste due referenze a Matteo sono( traduzione CEI)
2.15dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
Dall’Egitto ho chiamato mio figlio.
2.23 3e andò ad abitare in una città chiamata Nazaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».
Anche in altre opere Gerolamo afferma che la prima stesura del Vangelo di Matteo fu in Ebraico Dal Prologo dei Quattro Vangeli
Primus omnium Matthaeus est, publicanus cognomento Levi, qui evangelium in Iudaea Hebreo sermone edidit, ob eorum vel maxime causam qui in Iesum crediderunt ex Iudaeis, et nequaquam legis umbra succendente evangelii vertitatem servabat.
Primo di tutti è Matteo,un pubblicano di nome Levi ,che pubblicò un Vangelo ,in Giudea, in lingua Ebraica ,specialmente dedicato a quelli che avevano creduto in Gesù proveniendo dai Giudei e con l’ombra della Legge che in nessun modo prevaleva,,egli manteneva la verità del Vangelo..
Da l’epistola 20 a Damaso :
Denique Matthaeus, qui evangelium Hebraeo sermone conscripsit, ita posuit: Osanna barrama, id est: Osanna in excelsis.
In ultimo Matteo, che scrisse il Vangelo in Ebraico così lo pose,: Hosanna barrama, cioè: Osanna nel più alto dei Cieli .
Le prime versioni nei manoscritti Arabi,Persiani,Siriaci testimoniano l’originale primato di Matteo nel linguaggio Ebraico.
Le note marginali di certi antichi manoscritti del Vangelo canonico di Matteo danno, in quel punto, la variante del racconto come si trova in un Vangelo chiamato Vangelo Giudaico (Ιουδαικον) l. Aurelio de Santos Otero scrive in una nota a pagina 46 del suo Los evangélios apócrifos:
Se encuentran añadidas como variantes a algunos códices cursivos griegos de San Mateo.... Se suponen ser obra de un recensor perteneciente al patriarcado de Antioquía entre 370 y 500.
Queste si trovano come varianti in certi codici corsivi Greci di San Matteo ….Si suppone che siano il lavoro di un editore legato al Patriarcato di Antiochia fra il 370 e il 500.

3 Considerazioni sulle referenze
L’esame di queste fonti mostra immediatamente che:
· Tutte le fonti parlano di linguaggio Ebraico e non Aramaico, quindi tutti quelli che parlano di un primo Vangelo in Aramaico, lo dicono solamente perche vi è la diffusa opinione che ,al tempo di Gesù, la popolazione della Giudea,della Galilea, della Samaria ecc non capisse più l’Ebraico ma parlasse solamente Aramaico. In effetti questa opinione non è del tutto esatta in quanto,ad esempio, nelle sinagoghe si leggeva la Legge in Ebraico ed i partecipanti bene o male capivano. Del resto tutti i manoscritti di Qumram sono scritti in Ebraico
· Quello che viene detto nelle referenze non lascia adito a dubbi, cioè si parla proprio di un Vangelo di Matteo scritto in Ebraico, divulgato prima della apparizione della versione in Greco che può essere stata tradotta da chiunque, oltre allo stesso Matteo. il quale, essendo stato un pubblicano in Galilea ,posto di grande scambi fra le culture Greca ed Ebraica specialmente nel commercio, doveva conoscere bene il Greco.
· Se una copia del Vangelo Ebraico di Matteo fu portata in India da Bartolomeo (Natanaele di Giovanni) ciò significa che il Vangelo Ebraico di Matteo fu certamente scritto nella prima decade dopo la morte di Gesù ( 7 aprile 30 CE oppure 3Aprile 33 CE).quindi può essere datato intorno al 40 CE Carsten Thiede recentemente ha riesaminato alcuni frammenti di manoscritto del Vangelo di Matteo in Greco e li ha ridatati ad un periodo compreso fra il 40 ed il 50 CE per un certo numero di ragioni . Per primo lo stile della scrittura era quella di scribi mai più usata posteriormente . Più interessante era che il nome di Gesù era scritto ΙΣ piuttosto che ΙΕΣΟΥΣ, cioè., 'G-S' piuttosto che 'Gesù', in una traslitterazione Italiana . Questo è simile alla pratica Giudea di scrivere Yahweh come YHVH, YH o YY. Ciò implica che l’autore di Matteo era un Giudeo di antica data che scriveva probabilmente primo del maggior influsso dei Gentili nella chiesa dopo Atti 11/15.
· Matteo è uno dei due Vangeli scritti da un Apostolo dei 12.Non si può pensare che uno che aveva udito Gesù in persona ed assistito ai suoi miracoli,possa aver ripreso fatti e detti da Marco che li riportava da Pietro, o da Luca che li riportava da Paolo .Ed è per questo che i fautori della priorità Marciana relegano Matteo in una data molto tarda e scritto da un Ebreo qualunque. L’esistenza del Matteo Ebraico ribadisce dunque la priorità di Matteo ed il fatto che, secondo Clemente Alessandrino, i primi Vangeli fossero quelli che avevano le Genealogie e che, dunque, Marco abbia ripreso da Pietro che predicava in Roma consultando i Vangeli di Matteo e di Luca, Ipotesi dei due Vangeli. Per la data della predicazione di Pietro in Roma dice Maria Sordi: “che la tradizione cristiana, presente in autorevoli fonti del II secolo (Papia di Gerapoli, Clemente di Alessandria, citati da Eusebio e Ireneo) collocava all'inizio del regno di Claudio (nel 42, secondo il «Chronicon» di Eusebio) e associava alla composizione, appunto, del Vangelo di Marco: quest'ultimo avrebbe scritto su richiesta degli stessi Romani, tra cui cavalieri e Cesariani (questa precisazione è nella traduzione latina di un frammento di Clemente) che avevano ascoltato la predicazione di Pietro e volevano "quae dicebantur memoriae commendare".Del resto il Vangelo di Luca,secondo la 2 Corinzi di Paolo,scritta nel 54 CE ,già circolava in tutte le chiese,apprezzato.dai,fratelli(2Corinzi8,18) Pietro deve essere andato a Roma dopo la liberazione dalla prigionia di Agrippa I e deve esserci stato fino al concilio di Gerusalemme del 49 CE per poi tornarci quando scrisse 1Pietro e rammenta Marco come suo figlio(1Pietro,5,13)Questa lettera attesta la sua presenza a Roma intorno al 62÷65 CE.
· Specialmente le testimonianze di Epifanio e di Gerolamo mostrano anche che i tre Vangeli in Ebraico e cioè :
Il Vangelo secondo gli Ebrei
Il Vangelo dei Nazorei
Il Vangelo degli Ebioniti
di cui ci restano solamente citazioni ,potrebbero essere stati una modifica del Vangelo Ebraico di Matteo con aggiunte o tagli e cambiamenti. Il patriarca di Costantinopoli Niceforo I (758-828), nella sua Sticometria (o Cronografia), riporta la lunghezza del Vangelo degli Ebrei, 2200 linee, 300 in meno di quelle del Vangelo di Matteo. Tale dato lascia supporre che, oltre alla parte iniziale, cioè la genealogia e gli episodi dell’infanzia, non fossero presenti altri ampi tagli
4 Conclusioni.
4.1 Da quanto detto sembra difficile negare che sia esistito un primo Vangelo di Matteo scritto in Ebraico intorno al 40 CE.
La posizione ufficiale della Chiesa cattolica è stata espressa dalla Pontificia Commissione biblica, che nel 1911 ha affermato che la lingua originale del Vangelo di Matteo era l'aramaico e che il Vangelo di Matteo greco canonico è sostanzialmente conforme al testo originale, che fu scritto da Matteo tra il 50 e il 60 d.C.

Inoltre, che si possa affermare l'esistenza di un Vangelo scritto in Ebraico dall'Apostolo Matteo,risulta non solo ,come abbiamo visto, dalle numerose testimonianze della Patristica; ma anche perché ci sono moltissimi indizi nel Matteo greco che fanno arguire che derivi da un precedente testo Ebraico essendone ,praticamente la traduzione. Tali indizi hanno,fra l’altro, indotto Jean Carmignac a fare la sua oramai famosa ipotesi sulla nascita dei Vangeli Sinottici: Questi indizi sono: 1.. presenza di parole semitiche; il fatto che esse sono più numerose nel Vangelo di Marco (una ventina) si spiega col fatto che Marco per primo ha attinto dall'originale Matteo Ebraico; 2.. uso della locuzione "Regno dei cieli" per trentadue volte e di quella "Regno di Dio" solo per cinque volte, perché gli ebrei cercavano di non nominare mai Dio; 3.. frequenza di termini come "denari" o "monete", che ricorrono ben ventidue volte (18, 24.28; 20, 9.10.13; 22, 19; 25, 15-18.20.22.24.25.27.28; 26, 15; 27, 3.5-7; 28, 15); Matteo era un esattore delle tasse e gli stessi termini ricorrono in Marco sei volte, in Luca sette volte, in Giovanni due volte; 4.. uso del numerale cardinale al posto dell'ordinale (22, 26; 28, 1); 5.. paratassi e coordinazione delle frasi (4, 25 - 5, 2; 8, 14s); 6.. uso di frasi parallele (6, 2-6.16-18; 7, 7-8.24-27; 10, 39; 13, 13-14.16-17; 18, 12-14); 7.. presenza di strofe con ritornelli (7, 24-27; 11, 21-24); 8.. disposizioni a gruppi di tre: gruppi genealogici (1, 12-17); apparizioni angeliche a Giuseppe (1, 20; 2, 13; 2, 19); tentazioni (4, 1-11); elemosina, preghiera e digiuno (6, 1-18); miracoli (8, 1-9, 8); preghiere al Getsemani (26, 36-44); rinnegamenti di Pietro (26, 69-75); 9.. disposizioni a gruppi di sette: richieste del Padre nostro (6, 9-13); demoni (12, 45); parabole (13, 1-50); invettive contro i farisei (23, 13-36).Per gli indizi dal terzo all'ottavo si tratta di usanze tipiche degli ebrei.Un altro indizio a favore dell'esistenza del Matteo Ebraico come già esistente negli anni 50-55, può essere considerato da un possibile collegamento con la Lettera di Paolo ai Galati: le persecuzioni dei cristiani da parte della sinagoga, cui si riferiscono Mt 10, 17 e Mt 23, 34 (persecuzioni di città in città) potrebbero essere quelle cui si riferiscono alcuni passi della Lettera ai Galati (Gal 1, 13; 5, 11; 6, 12); poiché la Lettera ai Galati è databile negli anni 53-55, questo potrebbe essere un indizio a favore della datazione del Matteo Ebraico ad anni prima del 53,.
4.2 Come è stato accennato nell’introduzione, George Howard. ha pubblicato, nel 1987 , un libro dal titolo The Gospel of Matthew According to a Primitive Hebrew Text, che valuta e traduce la sezione finale di un lavoro pubblicato da un certo medico Ebreo Shem-Tob ben-Isaac ben-Shaprut nel 1380 Questo Giudeo aveva pubblicato uno scritto polemico intitolato Even Bohan (ˆjwb ˆba, "La Pietra di Paragone") che consisteva di 17 sezioni di cui la dodicesima conteneva l’intero Vangelo di Matteo in Ebraico, insieme a commenti polemici dell’autore posti fra riga e riga
Howard presenta ,nel suo libro,una evidenza molto persuasive che questa copia del Vangelo in Ebraico sia una tarda recensione del primo Vangelo Ebraico di Matteo . Se questo fosse vero ,allora questo Vangelo non dovrebbe essere una semplice traduzione del Vangelo di Matteo Canonico ma un manoscritto derivato dal lavoro in Ebraico di Matteo. .
.Altre versioni in Ebraico del Vangelo di Matteo sono state conosciute dagli studiosi, da secoli . Spesso sono chiamate "Old Hebrew Matthew," Sebastian Münster produsse la prima edizione di un manoscritto nel 1537 (Münster 1537); nel 1555 Jean du Tillet pubblicò una simile versione ma leggermente differente, di manoscritto del Vangelo di Matteo in Ebraico (du Tillet 1555). Tuttavia, oltre a questi due ,esistono almeno cinque altri Vangeli di Matteo in Ebraico più o meno frammentari: (1) the Book of Nestor, (2) the Milhamot HaShem, (3) the Sepher Joseph Hamekane, (4) the Nizzahon Vetus.Nessuno di questi ha però avuto l’interesse del lavoro di Shem Tov o sono stati riconosciuti come il Vangelo Ebraico originale di Matteo.
In ultimo, alcuni dicono che Matteo abbia scritto due Vangeli,uno in Ebraico ed uno in Greco Questa tesi sembra plausibile in quanto ,dopo aver scritto un suo Vangelo per gli Ebrei, evidentemente con l’espandersi della fede Cristiana fra i Gentili ,questo oramai risultava pressoché inutile in quanto nessuno,fra i nuovi credenti, era capace di leggerlo,da qui l’edizione greca ,Questa potrebbe anche essere stata una delle ragioni della scomparsa dello stesso Vangelo Ebraico, in quanto la Chiesa non aveva più interesse a riprodurlo e allora,il Vangelo, fece la fine che,ad esempio, ha fatto anche la versione in aramaico della Guerra Giudaica di Giuseppe che è scomparsa mentre la sua versione Greca è arrivata sino a noi in numerosi manoscritti.


REFERENZE
Oltre quelle classiche riportate al punto 2
Howard, George 1987. The Gospel of Matthew according to a Primitive Hebrew Text. Macon, GA: Mercer University Press; Louvain: Peeters.
Howard, George 1995. Hebrew Gospel of Matthew. Macon, GA: Mercer University Press. [Revised edition of Howard 1987]
Howard, George 1997. "Re: P45 and SHEM-TOB's Hebrew Matthew." Post to TC-List electronic mailing list, 10 March; 8:38AM. URL: http://www.findmail.com/list/tc-list/1925.html.
Davies, W. D., Dale C. Allison. 1988-1997. A Critical and
Exegetical Commentary on the Gospel according to
Matthew. ICC. 3 volumes. Edinburgh: T. and T. Clark.

. Aurelio de Santos Otero Los Evangelios Apocrifos 1992