sabato 10 novembre 2007

Giovanni il Presbitero


GIOVANNI IL PRESBITERO
A -Presbitero -significa letteralmente “più vecchio”, occorre distinguere il suo significato fra quello dell’età apostolica della Chiesa e quello della.età postapostolica.Infatti nella prima Presbitero aveva il significato letterale di anziano e così venivano chiamati quelli che avevano visto e sentito il Signore o gli Apostoli del Signore , mentre nella seconda, presitero acquistò il significato di aiutante del Vescovo che ricorreva alla assemblea dei Presbiteri per le ordinanze più importanti specialmente in argomenti che coinvolgevano l’ortodossia della fede.Vi erano poi,e vi sono anche attualmente, i Diaconi, dal greco διακονος, diakonos, «servo»attraverso il latíno diaconus, collaboratori del Vescovo generalmente per le faccende non di fede e che avevano ricevuto il primo ordine .I diaconi non dipendevano dai presbiteri ma direttamente dal Vescovo. Notare che la parola prete deriva da Presbitero.
B-Giovanni il Presbitero è una figura della prima tradizione Cristiana di cui si sa molto poco ,figura il cui appellativo di Presbitero assumeva certamente il primo significato di questa parola di cui abbiamo accennato sopra. Generalmente viene distinto da Giovanni l’Apostolo ma a volte è stato ed è identificato con quest’ultimo-
C- Giovanni il Presbitero appare la prima volta nei frammenti di Papia un Vescovo di Gerapoli(che significa città santa) del II secolo che scrisse un’opera in cinque volumi intitolata “Esposizione dei detti del Signore” " (Greeco κυριακῶν λογίων ἐξηγήσις — Kyriakôn logiôn exêgêsis) .opera di cui rimangono solamente frammenti citati da diversi autori ma specialmente da Eusebio Vescovo di Cesarea nella sua Storia Ecclesiastica e di Ireneo di Lione nelle Adversus Eresies .Papia fu chiamato da Ireneo un “uditore di Giovanni , compagno di Policarpo ed un uomo del tempo antico.
Zahan pone la composizione di questa opera nel . 125-130 E.V; Bardenhewer, 117-138; Harnack, 140-160; Batiffol, c. 150.
Uno di questi frammenti citato da Eusebio Storia della Chiesa (libro III, capitolor 39), legge:
1. Di Papia ci sono tramandati cinque libri intitolati: Cinque libri di spiegazione dei detti del Signore. Ne fa menzione anche Ireneo, come dell’unica opera scritta da lui, dicendo a un dipresso così: 4. Di queste cose anche Papia, discepolo di Giovanni e compagno di Policarpo, uomo antico, fornisce testimonianza per scritto, nel quarto dei suoi libri. Ne scrisse infatti cinque.:
2. Così [dice] Ireneo. Però lo stesso Papia, nel proemio dei suoi discorsi, rivela di non esser stato affatto uditore e spettatore dei santi Apostoli; ma insegna d’avere appreso le cose che riguardano la fede dai loro familiari. Ecco come egli si esprime:
3. "Non esiterò ad aggiungere alle [mie] spiegazioni ciò che un giorno appresi bene dai presbiteri e che ricordo bene, per confermare la verità di queste [mie spiegazioni]. Poiché io non mi dilettavo, come fanno i più, di coloro che dicono molte cose, ma di coloro che insegnano cose vere; non di quelli che riferiscono precetti di altri, ma di quelli che insegnano i precetti dati dal Signore alla [nostra] fede e sgorgati dalla stessa verità.
4. Che se in qualche luogo m’imbattevo in qualcuno che avesse convissuto con i presbiteri, io cercavo di conoscere i discorsi dei presbiteri: che cosa disse Andrea o che cosa Pietro o che cosa Filippo o che cosa Tommaso o Giacomo o che cosa Giovanni o Matteo o alcun altro dei discepoli del Signore; e ciò che dicono Aristione ed il presbitero Giovanni , discepoli del Signore.
Poiché io ero persuaso che ciò che potevo ricavare dai libri non mi avrebbe giovato tanto, quanto quello che udivo dalla viva voce ancora superstite
Aggiunge poi Eusebio:
. E qui conviene osservare che Papia pone due volte il nome di Giovanni: il primo [Giovanni] lo annovera con Pietro, Giacomo e Matteo e gli altri Apostoli, ed è evidente che vuole indicare l’Evangelista. Egli poi distingue nella sua esposizione, e colloca il secondo Giovanni tra gli altri che sono fuori del numero degli Apostoli , anteponendo a lui Aristione;. e lo chiama espressamente presbitero. Resterebbe quindi confermata l’asserzione di coloro che sostengono che in Asia ci furono due personaggi che portavano questo stesso nome e che in Efeso vi sono due tombe chiamate ambedue, ancora oggi, di Giovanni. Bisogna fare attenzione a costoro: perché se si esclude il primo, è verosimile che il secondo abbia avuto la rivelazione (Apocalisse), che ci fu tramandata sotto il nome di Giovanni.
Questo Papia, di cui parliamo, confessa di avere ricevuto i detti degli Apostoli da coloro che li avvicinarono e di essere invece stato uditore diretto di Aristione e del presbitero Giovanni. Egli ricorda sovente i loro nomi e nei suoi scritti riferisce ciò che essi hanno tramandato. Anche questo possa non essere stato detto inutilmente.
D -Il testo si può interpretare che vi erano due punti di vista ,il primo esposto da Eusebio,attraverso Papia, distingue due Giovanni :il primo Giovanni l’Apostolo ed il secondo Giovanni il Presbitero , la gran parte della tradizione della Chiesa parla invece di un solo Giovanni , l’Apostolo, che a volte identifica se stesso anche come il Presbitero vedi 2Gv e 3Gv.
E- Il punto di vista di Eusebio viene ripreso da Gerolamo nel suo “De Viris Illustibus”.Nel capitolo 9 dove tratta di Giovanni l’Apostolo e dei suoi scritti, attribuisce a lui il Vangelo e la prima epistola e contua dicendo: Le altre due delle quali la prima è "Il Presbitero alla eletta signora e ai suoi figli " e l’altra "Il Presbitero all’amato Gaio che io amo nella verità " sono dette essere lavori di Giovanni il Presbitero alla memoria del quale è mostrato in Efeso un altro sepolcro nei giorni presenti, sebbene alcuni pensino che vi siano due tombe commemorative dello stesso Giovanni l’Evangelista
Inoltre nel capitolo 18 discutendo di Papia , dopo aver ripetuto praticamente i frammenti visti sopra, aggiunge: Appare quindi dallo stesso elenco dei nomi, che altri è Giovanni, che viene collocato tra gli Apostoli, altri è il presbitero Giovanni, che viene enumerato dopo Aristione. Questo abbiamo detto per spiegare l’opinione esposta più sopra , secondo la quale abbiamo riferito che molti ritengono che le due ultime lettere di Giovanni non siano dell’Apostolo, ma del presbitero. Si dice che egli abbia esposto la tradizione giudaica (del regno) di mille anni. Lo seguirono poi Ireneo, Apollinare ed altri, i quali asseriscono che, dopo la risurrezione, il Signore regnerà nella carne con i suoi santi. Anche Tertulliano nel libro intorno alla speranza dei fedeli e Vittorino di Pettau e Lattanzio seguono questa opinione.
Girolamo dunque attribuisce la seconda e terza lettera di Giovanni a Giovanni il Presbitero come del resto è indicato nelle lettere stesse.
F -Il Decretum Gelasianum associato al papa Gelasio I Vescovo di Roma 492-496 ma forse di data più recente ,segue Gerolamo nell’attribuire le due ultime lettere di Giovanni a Giovanni il Presbitero
Iohannis apostoli
epistula una
Alterius Iohannis presbiteri
epistulae duae
La tradizione della chiesa attribuisce,invece, fermamente tutti i libri giovannini del Nuovo Testamento all’Apostolo Giovanni . Il punto di vista di Eusebio è stato,infatti, più volte contestato . La Catholic Encyclopedia, per esempio afferma che la distinzione fra i due Giovanni non ha basi storiche supportando questo punto di vista con quattro argomenti principali:
The testimony of Eusebius is disputed, as his statement that Papias "was not himself a hearer and eye-witness of the holy apostles" is contradicted by a passage in Eusebius' Chronicle which expressly calls the Apostle John the teacher of Papias.
Eusebius' interpretation might derive from his opposition to Chiliasm and the Book of Revelation. Distinguishing between two persons called John, Eusebius could downgrade that book as the work of the Presbyter instead of the Apostle and also undermine Papias' reputation as a pupil of an Apostle.
In the fragment, Papias uses the same words - presbyter (or elder) and disciples of the Lord - both in reference to the Apostles and to the second John. The double occurrence of John is explained by Papias' "peculiar relationship" to John, from which he had learned some things indirectly and others directly.
Before Eusebius there exists no statement about a second John in Asia. Especially noteworthy in this context is Irenaeus of Lyons, himself a pupil of Polycarp of Smyrna. In his book Adversus haeresies, which survives in a Latin version, Irenaeus mentions "Papias, the hearer of John, and a companion of Polycarp" (Book V, chapter xxxiii) [6], without indicating that this was another John than "John, the disciple of the Lord, who also had leaned upon His breast [and] did himself publish a Gospel during his residence at Ephesus in Asia." (Book III, chapter i) [7]. In his Letter to Florinus, which survives as a fragment [8], Irenaeus speaks of "Polycarp having thus received [information] from the eye-witnesses of the Word of life" and of John as "that blessed and apostolical presbyter".
G-Eusebio fu forse anche influenzato dalle sue opinioni in quanto negava l’origine apostolica dell’Apocalisse attribuendo questo libro ad un autore differente da Giovanni l’Apostolo ma dello stesso nome . Ireneo positivamente definisce l’Apostolo Giovanni come l’insegnante di Papia e nè lui nè nessun altro autore prima di Eusebio ebbe mai una pallida idea di un altro Giovanni in Efeso Adv. haer., V, xxxiii, 4).In quello che Papia dice, il contesto, secondo alcuni, significa chiaramente (sic) che in questo passaggio la parola Presbitero può essere attribuita solamente agli Apostoli . Se Giovanni è rammentato due volte la spiegazione risiederebbe dalla particolare relazione che Papia aveva con Giovanni l’Apostolo suo eminente insegnante Con il chiedere ad altri egli aveva imparato molte cose indirettamente da Giovanni cosi come gli erano state riferite dagli altri Apostoli . Inoltre egli eveva ricevuto informazioni riguardo gli insegnamenti di Gesù direttamente,senza altri intermediari ,dall’ancora vivente Presbitero Giovanni come anche le aveva avute da Aristione . Allora l’insegnamento di Papia secondo questa teoria, non getterebbe assolutamente nessun dubbio su ciò che il Nuovo Testamento Presuppone ed espressamente menziona concernente la residenza di Giovanni l’Evangelista in Asia
Anche molti eminenti critici —Zahn e Lightfoot, e fra i cattolici, Funk, Bardenhewer, Michiels, Gutjahr, Batiffol, Lepin—identificano i Presbiteri con Andrea, Pietro etc., allora facendoli Apostoli, perchè loro intendono "cosa Andrea e Pietro il resto disse" come epesegetico della parola Presbiteri . Questo non mi sembra probabile perché Papia ha appena parlato di ciò che aveva imparato direttamente dai Presbiteri, ora pote para ton presbyteron kalos emathon, è anche ammesso che egli non doveva aver conosciuto molti Apostoli. Inoltre egli sembra distinguere i detti dei discepoli del Signore Aristione e Giovanni a cui da l’appellativodiPresbitero come se questi non fossero discepoli del Signore mantre altri Presbiteri gli avevano riportato quello che avevano detto Andra,Pietro ecc. Per ultimo , Ireneo ed Eusebio, che avevano il lavoro di Papia davanti agli occhi capiscono dallo scritto che i Presbiteri non erano gli Apostoli ma discepoli di discepoli del Signore o anche discepoli di discepoli degli Apostoli Lo stesso significato è dato alla parola da Clemente di Alessandria. Sembra quindi giusto ritenere "cosa Andrea e Pietro ed il resto disse" non co-ordinato con ma subordinato a "I detti dei Presbiteri", allora "Io ricercavo attraverso i detti dei Presbiteri, cosa (loro riportavano cosa) Andrea e Pietro ed il resto avevano detto , e le cose che dicevano Aristione e Giovanni ".
Eusebio ha causato,però, una difficoltà aggiuntiva con il puntualizzare che sono menzionati due Giovanni , uno distinto dall’appellativo Presbitero e l’altro ovviamente l’Apostolo. Lo storico aggiunge che alcuni ricordavano che vi fossero due tombe di Giovanni in Efeso ed inoltre nella citazione frammentaria del libro Sulle Promesse l’attenzione di Eusebio si concentra poi sulla questione dell’autore dell’Apocalisse e riporta diffusamente l’analisi critica di Dionigi, il quale non nega che l’autore si chiami Giovanni, tuttavia trova difficile identificarlo con l’apostolo, autore del Quarto Vangelo e dell’epistola cattolica. Egli afferma espressamente di congetturare che non si tratta di uno stesso autore dal carattere dei due scritti, dalla forma della dizione e dal piano di organizzazione dell’opera. Nessuna notizia storica e nessun dato tradizionale viene citato da Dionigi per accreditare la propria opinione: si tratta, dunque, di un semplice ragionamento ipotetico da studioso, basato su criteri letterari di somiglianza e differenza. Anche la notizia sui due Giovanni sepolti a Efeso è riferitala Dionigi per sentito dire; gli scavi archeologici finora hanno restituito un’unica tomba. Dionigi non parla di Giovanni il Presbitero; ipotizza semplicemente un altro Giovanni, diverso dall’apostolo evangelista. . Questa idea è stata adottata da praticamente tutti i critici liberali ed anche conservatori come Lightfoot e Westcott. Ma Zahn e la più parte degli scrittori cattolici sono d’accordo nel dire che Dionisio si era sbagliato circa le tombe e che l’interpretazione di Papia fatta da Eusebio era non corretta. Perché egli dice che Papia citava più volte Giovanni il Presbitero mentre è certo che Ireneo che aveva una grande venerazione per il lavoro di Papia, disse che intendeva Giovanni L’Apostolo ; ed Irenaeo aveva una conoscenza personale della tradizione asiatica ed non poteva ignorare l’esistenza di Giovanni il Presbitero se una tale persona fosse esistita in Asia. Inoltre , Ireneo stesso ci dice che l’Apostolo visse ad Efeso fino al tempo di Traiano ,che egli scrisse l’Apocalisse negli ultimi giorni di Domiziano. Ireneo aveva udito Policarpo ricordare le sue reminiscenze dell’Apostolo Giovanni. Giustino che fu ad Efeso intorno al 130-5, asserisce che l’Apostolo fu l’autore dell’Apocalisse e dunque il capo delle Chiese dell’Asia ).Ma se l’Apostolo visse ad Efeso sino ad una data così tarda (e questo non può essere dubitato con qualche ragione) egli sarebbe stato naturalmente il più importante dei testimoni di Papia,ma se Eusebio ha ragione , sembrerebbe,invece, che Giovanni il Presbitero fosse il suo principale informatore , e che egli non avesse da riportare detti dell’Apostolo. In aggiunta , "il Presbitero che scrisse II and III Giovanni ha il nome di Giovanni in tutti i manoscritti ed è identificato con l’Apostolo da Ireneo e Clemente, ed è certamente (per evidenza interna ) lo scrittore del quarto Vangelo che è attribuito all’Apostolo da Ireneo e tutta la tradizione compreso il codice Muratoriano. Inoltre , Policrate di Efeso, nell’elencare gli uomini che furono le glorie dell’Asia non menziona Giovanni il Presbitero ma "Giovanni che era straiato sul petto del Signore ", indubbiamente significando l’Apostolo. Il secondo Giovanni in Efeso sembrerebbe dunque una sfortunata congettura di Eusebio. Un altro frammento di Papia sempre citato da Eusebio dice però:
. "Anche questo diceva il presbitero: Marco, interprete di Pietro, scrisse con esattezza, ma senza ordine, tutto ciò che egli ricordava delle parole e delle azioni di Cristo; poiché egli non aveva udito il Signore, né aveva vissuto con Lui, ma, più tardi, come dicevo, era stato compagno di Pietro. E Pietro impartiva i suoi insegnamenti secondo l’opportunità, senza l’intenzione di fare un’esposizione ordinata dei detti del Signore. Cosicché non ebbe nessuna colpa Marco, scrivendo alcune cose così come gli venivano a mente, preoccupato solo d’una cosa, di non tralasciare nulla di quanto aveva udito e di non dire alcuna menzogna a riguardo di ciò". Questo fu raccontato da Papia intorno a Marco.
Sembra , a mio parere, molto strano che Giovanni l’Apostolo abbia potuto dire questo a Papia e quindi delle due una :
o crediamo che Eusebio abbia citato male Papia, oppure Papia con” il Presbitero” non intendeva certamente Giovanni l’Apostolo ma un altro Giovanni a cui da,appunto, l’appellativo di Presbitero.

I-CONCLUSIONI
Basandosi su queati argomenti a me sembra che la teoria di Eusebio dei due Giovanni sia altrettanto probabile, se non di più, di quella dell’esistenza di un solo Giovanni , per inciso possiamo notare che nel Nuovo Testamento non viene mai fatto cenno ad un discepolo del Signore chiamato Aristione ma questo non può essere ritenuto strano dato che in Luca 10:1 si fa menzione di 72 discepoli ed in Atti 1:15 di 120
In tempi moderni,inoltre , la distinzione fra Giovanni l’Apostolo e Giovanni il Presbitero è stata più volte riesumata specialmente per negare la Paternità di Giovanni l’Apostolo al Vangelo dello stesso nome e questo evidentemente in contrasto con il punto di vista di Eusebio e di Gerolamo .Molti studiosi sembrano avere infatti difficoltà ad attribuire un Vangelo cosi spirituale e bello ad un pescatore della Galilea come era Giovanni di Zebedeo.







































BIBLIOGRAFIA

1 Eusebio di Cesarea Storia Ecclesiastica Città Nuova
2 Handbook of Patrology
By The Rev. J. Tixeront, D.D.
Translated by S. A. Raemers, M.A., Ph.D. 1920
3 Ireneo di Lione Adversus Hereses
4 Papia, Esposizione degli Oracoli del Sognore, Frammenti
a cura di Enrico Novelli Ediz Paoline